Le orchidee alpine, piccole, ma profumate

La difesa dai rigori invernali che la massa nevosa offre al terreno è notevole: sotto uno strato di neve di un metro si sono misurati -0,6 gradi centigradi, contro una temperatura alla superficie di ben -33,7 gradi centigradi.

Così protetta, la vegetazione trascorre il lungo periodo invernale mentre la luce, che filtra dall’esterno, le permette di riprendere il processo di fotosintesi.

Con i primi tepori primaverili lo spesso strato nevoso comincia lentamente a sciogliersi e il terreno inizia a coprirsi di fiori, alcuni dai colori tenui e delicati, altri intensi come fuochi, altri ancora di un azzurro luminoso come gemme, sino a rivestire tutta la variante dei passaggi cromatici. Potremmo osservare l’erica, le soldanelle, le primule, le genziane, i ranuncoli, le viole, le orchidee e molte altre specie.

Fra tutte, le orchidee alpine ci attraggono per la loro inconsueta bellezza e ci invitano alla ricerca, stimolati anche dalle rarità che alcune specie presentano.