I pittori degli angeli

Chi giunga per mare a Chioggia da Venezia sbarca di fronte alla piazzetta Vigo e rende omaggio al leone accosciato al sommo di una colonna di marmo greco, un leone piccoletto che i veneziani chiamano “‘l gato”, e i chiozzotti se l’hanno a male, non solo perché hanno un bel leone rampante nello stemma cittadino, ma anche perché proprio nelle loro acque Vettor Pisani riuscì, nel 1830, a sconfiggere i genovesi, e fra molte glorie locali val la pena di ricordare che furono i marinai chioggiotti a salvare Garibaldi in fuga quando, braccato dagli austriaci dopo la caduta della Repubblica Romana, tentava di raggiungere Venezia.

Insomma, di motivi di orgoglio leonino i chioggiotti ne hanno molti, sono valenti navigatori, pescatori che portano a terra tanto ben di Dio, e per meglio conoscerli conviene, dalla piazzetta Vigo, prendere subito a sinistra, percorrere la breve calletta Santa Croce e soffermarsi sul ponte che unisce l’isola principale all’isoletta di San Domenico: da quel ponte, volgendo lo sguardo a settentrione, si ammira la Laguna Veneta con la punta di Pellestrina, mentre dal lato opposto si stende lungo tutto il canale di San Domenico l’isola dei Cantieri, dove in un susseguirsi di “squeri” ferve dall’alba al tramonto l’opera dei calafati intorno ad una miriade di navicelle che il profano confonde l’una con l’altra, chiamandole tutte “bragozzi”.