Le Barche di Venezia

Esattamente cinque secoli or sono Marin Sanudo il Giovane – nel descrivere la sontuosità dei palazzi che si specchiavano sul Canal Grande e lungo la trama di “rii” minori che alimentava anche le più remote contrade del “corpo della Terra”, pregnante sinonimo con cui s’usava al tempo identificare la capitale del serenissimo Dominio – ricordava che “per Veniesia si puol andar a due modi: a piedi per terra et in barcha, che sono certe barchette deputate, impegolate et di bella forma, vogate da negri saracini overo altri famegii (…). Si porta felce (rparo per i passeggeri) di enstate alto per il sol, de inverno grando per la pioggia.”
L’antica Dominante aveva in quell’epoca raggiunto l’apice della sua potenza, del suo orgogliosamente ostentato splendore così efficacemente rappresentato nei dipinti di Gentile Bellini e Vettor Carpaccio ove nugoli di eleganti “barchette” solcano i canali della città, affollati da navigli di ogni foggia e dimensione.