Ligabue Magazine 44

18.00

Primo semestre 2004
Anno XXIII

Se n’è andato in silenzio per sempre, il nostro Ettore Della Giovanna. Giornalista ironico, brillante, diplomatico, distinto gentiluomo, una carriera di tutto rispetto e di grande valenza.
Scrittore, corrispondente di guerra, inviato speciale agli incontri internazionali sulle crisi in Oriente, intervistò personaggi come Papa Giovanni, Churchill, Nehru, Einstein e Chiang-Kai-shek. Diresse numerose riviste illustrate approdando al Ligabue Magazine nel 1982 della cui svolta culturale fu l’artefice. Soprattutto un grande Amico, che sottovoce, com’era nel suo stile, ci ha lasciati dopo più di vent’anni di preziosa collaborazione creando un vuoto incolmabile, ma anche un stimolo a continuare, a migliorarci. Buon viaggio Ettore!

Incluso nel prezzo anche la versione digitale *

* Le versioni digitali dal n. 1 al 57 sono ottenute da una scansione del Magazine. Potrebbero pertanto presentare delle imperfezioni nella visualizzazione dei testi e delle immagini.

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Lo sostituisce alla direzione del Ligabue Magazine, Viviano Domenici, uomo e giornalista prezioso nello scenario della comunicazione scientifica internazionale. Un altro Amico! Professionalmente nasce come grafico, nel 1960, e questa sua propensione all’estetica lo accompagnerà per sempre nelle sue scelte culturali. La sua profonda attenzione alle tematiche scientifiche, ma soprattutto la sua curiosità , lo spingeranno negli angoli più nascosti del pianeta facendone l’inviato speciale del Corriere della Sera, partecipe di numerose spedizioni scientifiche del C.S.R. Ligabue. Giornalista, attento osservatore dei fenomeni sociali e umani. Oggi è con noi; continueremo a viaggiare ancora insieme. Benvenuto, Viviano!

Non è affatto facile prendere il timone di una barca così impegnativa come il Ligabue Magazine. E per differenti
motivi. La prima difficoltà è raccogliere l’eredità di un professionista e un signore come Ettore Della Giovanna. Per capire chi era e che cosa ha voluto dire il suo impegno per il nostro Magazine basta dare un’occhiata ai suoi Editoriali, dove per vent’anni ha presentato i nostri articoli ai lettori trovando sempre la parola giusta, il tono adatto, l’invito gentile. Quelle sue presentazioni mi sono sempre sembrate un viatico rassicurante, un “visto si stampi” di prim’ordine, una garanzia. Solo ora che quel compito tocca a me capisco quanto sia delicato scrivere l’Editoriale, un testo breve e apparentemente “di maniera”, ma di fatto fondamentale per stabilire una sicura linea di fiducia tra il Direttore e i collaboratori e tra i loro articoli e i lettori. Insomma, non sarà facile.

La seconda difficoltà è trovare il modo di esprimere davvero quello che ho provato quando il Presidente Giancarlo Ligabue, anzi l’amico Giancarlo, mi ha proposto di accettare la direzione del Ligabue Magazine. L’emozione è affiorata improvvisa come una folata di maestrale, non credevo di essere ancora così reattivo. Bella sensazione, ma subito sopraffatta dalla voglia di saltare su questa barca in navigazione e cominciare il viaggio. Forse non è poi così difficile, ho pensato. Conosco le persone con cui dovrò viaggiare, amo gli argomenti di cui tratta il Magazine; sono abituato al lavoro di redazione e, soprattutto, conosco Giancarlo quanto lui conosce me. E anche se lui pensa che io non abbia un carattere “comodo” (ma io penso la stessa cosa del suo), sono convinto che potremo viaggiare insieme anche sulla barca del Magazine come abbiamo fatto tante volte per il mondo.

Per tutte queste ragioni ho accettato volentieri questo incarico. L’impegno che posso prendere coi lettori è semplice: farò di tutto per farvi viaggiare con noi. Allora salpiamo. Adriano Favaro ci accompagna sulla rotta dei mercanti che per secoli hanno percorso il pianeta portando nel loro bagaglio, insieme alle merci, anche le idee e la cultura di terre lontane. Un’epopea silenziosa che ha fatto dei mercanti il vero sistema venoso nel quale hanno confluito per secoli merci, ricchezze e innovazioni che hanno modellato il mondo. Giandomenico Romanelli, direttore dei Musei Civici Veneziani, ci parla di Antonio Canova il genio della scultura settecentesca che riuscì come nessun altro a infondere la vita nel marmo, tanto che le sue figure femminili appaiono percorse da una carica emotiva e da un erotismo ineguagliabili. Romanelli ci parla di questa bellezza con squisita competenza e passione contagiosa, per raccontarci anche come il Canova venisse accolto dai suoi concittadini con onori e festeggiamenti degni di una divinità pagana.

Cristina Del Mare ci invita quasi a prendere un caffè. Lo fa ripercorrendo la storia di questa bevanda che, nata per aiutare gli eremiti e i mistici a stare svegli e pregare, ha conquistato il mondo facendo prima tappa a Venezia, dove nacque infatti la prima bottega del caffè, poi diventata il Caffè Quadri. Mirella Delfini ci accompagna invece a dare un’occhiata ai radiolari, microscopiche creature le cui straordinarie architetture sfidano la bellezza assoluta. E vien da chiedersi: perché tanta bellezza praticamente invisibile? Misteri della natura.

Nel deserto salato dell’Iran ci porta l’archeologo Mansur S. Sajjadi, che da anni ha ripreso gli scavi a Shahr-i Sokhta, la città protostorica dove tanti anni fa lavorarono fra i primi gli archeologi italiani dell’IsMEO e del Centro Studi Ricerche Ligabue.

Molto più indietro nel tempo andiamo con Paolo Mietto il paleontologo (anzi l’icnologo, studioso di impronte animali), che ci porta in provincia di Caserta, dove sono state scoperte orme di ominidi che 350 mila anni fa scappavano davanti a un’eruzione vulcanica. Oltre a questi articoli vi presentiamo anche due servizi brevissimi (“Scoperte in biblioteca” e “Protagonisti”) basati soprattutto sulla forza dell’immagine. D’ora in avanti ve ne proporremo altri, con titolini di volta in volta diversi, ma sempre con l’intenzione di offrirvi un documento insolito, un mondo intero in una “foto-notizia”.

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