Ligabue Magazine 46
Primo semestre 2005
Anno XXIV
C’è un’affermazione che possiamo fare senza tema di essere smentiti: nessuno può resistere alla tentazione di raccogliere una conchiglia sulla spiaggia. Lo fanno tutti e l’hanno sempre fatto, grandi e piccini. Domandarsi il perché è come chiedersi che cosa sia la bellezza: una domanda da ciechi. In più c’è il piacere di scoprire, toccare, possedere la bellezza. Di certo le raccogliamo da almeno 75 mila anni, come dimostra una collanina di conchiglie trovata un paio di anni fa nello scavo di una grotta del Paleolitico in Sudafrica. É la più antica prova del misterioso rapporto che ci lega alle conchiglie, oltre che la prima testimonianza del gusto di ingioiellarsi.
Incluso nel prezzo anche la versione digitale *
* Le versioni digitali dal n. 1 al 57 sono ottenute da una scansione del Magazine. Potrebbero pertanto presentare delle imperfezioni nella visualizzazione dei testi e delle immagini.
Detto questo è facile capire perché abbiamo deciso di dedicare un ampio servizio alle conchiglie. Così abbiamo chiesto a due specialisti, Osvaldo Negra e Giovanna Zobele Lipparini, collaboratori del Museo Tridentino di Scienze Naturali di Trento, di parlarci di conchiglie e in particolare del complesso rapporto che ci lega a questi splendidi oggetti del desiderio. Lo tsunami che nel dicembre scorso ha devastato le coste dell’Oceano Indiano, ha riportato all’attenzione del mondo le quattro tribù di pigmei negritos che vivono nell’ arcipelago delle Andamane. La più inavvicinabile è quella dei Sentinelesi, (50-250 persone) che vivono nella piccola Sentinel Island e impediscono a chiunque di avvicinarli.
Trentacinque anni fa un fotografo cercò di sbarcare per fotografarli, ma scattò solo qualche immagine dove si vede che lo accolsero a frecciate. Dopo lo tsunami hanno respinto nello stesso modo un elicottero che voleva atterrare sull’isola per portare soccorsi; il pilota ha scattato una foto a un pigmeo che tende l’arco contro di lui. Praticamente identica a quella di trent’anni fa. Immagini simbolo di un piccolo popolo deciso a difendere la sua preistoria. Poiché un incontro ravvicinato non è possibile, ho cercato di raggiungere i Sentinelesi e le altre tribù delle Andamane attraverso la documentazione degli antropologi. Che è più ricca di quanto pensassi. Dalla preistoria al futuro. Sono ormai diversi i Paesi che si preparano a dare un nuovo assalto allo spazio, con obbiettivi sempre più ambiziosi. Non solo per cercare minerali pregiati o preziose riserve d’acqua (della cui presenza gli scienziati si dicono ormai certi), ma per scoprire qualche forma di vita.
Consegnati definitivamente alla fantascienza improbabili marziani, ora gli scienziati dicono che occorre cercare forme di vita completamente diverse da quelle che possiamo immaginare. Che cosa stanno preparando nelle basi di lancio di mezzo mondo ce lo racconta Giovanni Caprara, che di esplorazione spaziale se ne intende, mentre la celebre astrofisica Margherita Hack ci aiuta a immaginare che cosa potremmo incontrare lassù. Tanti anni fa, Jane Goodall arrivò in Africa e presto scoprì che avrebbe dedicato la sua vita allo studio degli scimpanzè. Riuscì a farsi accettare come una di loro per poterli studiare dall”‘interno”, per capire le relazioni che li uniscono, le emozioni che provano, le alleanze, le gerarchie, le guerre e alla fine scoprire quanto sono simili a noi, e noi a loro.
Per questo “Jane delle scimmie” finì sulle copertine dei più diffusi giornali del mondo. Ora la zoologa americana ci racconta in che modo riuscì a stabilire un ponte tra i due mondi, fino ad allora separati dall’ignoranza e dalla violenza. Nel Giurassico inferiore, tra 230 e 160 milioni di anni fa, gli oceani avevano sommerso quasi tutti i continenti. Per questo è difficile trovare dinosauri di quel periodo geologico.
Da qualche anno, però, una ricerca promossa dal Centro Studi e Ricerche Ligabue e diretta da Philippe Taquet, ha scoperto sui monti dell’Atlante marocchino un lembo di terra che rimase all’asciutto e da quegli antichi strati sono affiorati i resti di un nuovo dinosauro: il Tazoudasaurus naimi, un sauropode erbivoro primitivo, lungo quasi dieci metri. Philippe Taquet ci spiega come e perché il nuovo arrivato illumina un capitolo finora oscuro della storia evolutiva dei grandi sauri.
Venezia ha una storia talmente ricca che può raccontare vicende di tutti i tipi. Qualche volta Bruno Berti, appassionato cultore di cose veneziane, è andato a scavare negli archivi dei tribunali del quindicesimo secolo e ha raccolto una serie di vicende giudiziarie concluse con la pena capitale. Storie tragiche che dimostrano come il temibile Consiglio dei Dieci amministrasse la giustizia senza farsi troppo influenzare dalla posizione sociale degli imputati. Dura lex, ma uguale per tutti.
Per concludere, due mini-servizi dedicati rispettivamente ai primi tanga di terracotta che le donne brasiliane indossavano mille anni fa, e ai fossili che suggerirono ai Greci i terribili mostri della loro mitologia.
Buona lettura.

4 MOTIVI PER CUI ACQUISTARE SUL NOSTRO SHOP ONLINE
1. IN UN UNICO LUOGO: DIVULGAZIONE, RICERCA, ISPIRAZIONE
Tutti i prodotti dello shop online sono ispirati all’attività della Fondazione Giancarlo Ligabue e ne seguono le iniziative di divulgazione e di viaggio di scoperta.
2. ESSERE PARTE DI UNA COMMUNITY
Acquistare sul nostro sito significa informarsi, apprendere, essere parte di una community ideale e inclusiva che condivide gli stessi valori
3. CONOSCERE E FAR CONOSCERE
Accesso facile e diretto a un grande archivio di cataloghi, magazine, singoli articoli tematici ma anche a capi di abbigliamento e oggetti esclusivi in poche ore a casa vostra
4. UNO SGUARDO GREEN SUL MONDO
Qualità e attenzione per l’ambiente nella scelta dei materiali per un futuro sempre più sostenibile.