Ligabue Magazine 50
Primo semestre 2007
Anno XXVI
E’ stato per decenni il giallo per eccellenza dell’archeologia.
Un treno per Smirne, un noto archeologo inglese, un’affascinante signora scomparsa nel nulla, antichi gioielli che non si trovano più. Questi gli ingredienti dell’Affare Dorak, un enigma che sembrava destinato a rimanere tale per sempre. Ma non è andata così. Una brava giornalista inglese si è accorta di uno strano errore in una lettera scritta a macchina, e il castello di carte è crollato miseramente. Resta una domanda: perché fu architettata quest’incredibile vicenda? Davide Domenici la ripercorre punto per punto, fino allo scoop che ha svelato il mistero.
Isole di solitudine – Laggiù in fondo al mondo, dove l’Oceano Indiano si prepara a buttarsi addosso all’ Antartide, ci sono alcune isole che pi๠impervie e solitarie non si può. Fanno parte delle Terre Antartiche e Australi Francesi e ci abitano solo il vento, il mare e il ghiaccio; i pochi esseri viventi che vi si possono incontrare sono lì di passaggio e per questo è difficile vedere tutti insieme uomini, foche e pinguini. Lucia Simion è andata laggiù e ha scattato foto che paiono stregate dalla solitudine.
Il tesoro della regina – Cercava un tesoro e per trovarlo smontò tre o quattro piramidi finchè, nella punta di quella più alta, scoprì i gioielli di una regina dell’antico regno di Meroe, in Sudan.
Si chiamava Giuseppe Ferlini, “medico, soldato, geografo, archeologo”. Nell’Ottocento era conosciuto in mezza Europa, poi tutti si dimenticarono di lui che amava passeggiare per la sua Bologna vestito da turco e parlava di regine e di regni scomparsi. Questa storia mi ha affascinato e ho voluto raccontarla.
Troppi panda- Con quell’aspetto bonario da peluche, il panda è riuscito a diventare il simbolo della difesa della natura. Ora scopriamo che, a forza di proteggerli, i panda sono diventati troppi, devastano i campi e attaccano gli animali domestici. Così i contadini cinesi hanno cominciato a ucciderli. Questo articolo spiega com’è accaduto e ripercorre la lunga storia che portò all’identificazione zoologica di questo orso in bianco e nero.
Moschee di fango – Per godere davvero della loro bellezza, bisogna guardarle con calma, quando la luce e l’ombra se le contendono, mentre la giornata sta per finire. Allora è facile avvertire la voglia di sfiorarle come fossero forme umane. Sono le moschee costruite modellando il fango con le mani.
La più grande è a Djennà©, in Mali. É il capolavoro di quell’architettura delle origini che ancora vive nei villaggi Dogon e sulle pareti dei granai di proprietà delle donne, ricamate con figure in rilievo che raccontano il mondo che fu. Ce ne parla Giulio Badini, che l’Africa l’ha nel sangue.
No al turismo – Prima o poi doveva accadere: gli indios non vogliono più i turisti. Sta capitando ai gruppi che vivono lungo l’Orinoco e agli Yanomami dispersi tra Venezuela e Brasile. Ma non solo. Dicono “alt al turismo” perché hanno capito che cosa può provocare l’invasione dei vacanzieri; hanno visto l’etnocidio che è già iniziato e si rendono conto che se non vogliono perdere a mani basse devono opporsi, mettere dei limiti al “contagio”, prima che questo diventi un’epidemia devastante. Antonio Marazzi ci racconta com’è iniziata la resistenza.
Venezia alla finestra – Che Venezia avesse delle anime nascoste, diverse e impalpabili, l’avevamo intuito da tempo. Ma quale aspetto potessero avere e dove si nascondessero, non lo sapevamo proprio. Riccardo Zipoli, insegnante di lingua e letteratura persiana all’Università di Ca’ Foscari e fotografo dal 1972, una l’ha vista balenare all’improvviso riflessa sul vetro di una finestra; pochi attimi, poi è svanita nel nulla. Ma lui non l’ha fatta scappare, fermandola con la macchina fotografica. Da quel giorno la insegue tra calli e campielli, ovunque la luce abbia voglia di giocare con lui.

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