Ligabue Magazine 56

18.00

Primo semestre 2010
Anno XXIX

Questo numero del Ligabue Magazine ha un sapore particolare. E’ quello del racconto. Molti degli articoli che leggerete sono in realtà delle testimonianze “dirette” di avventure, esplorazioni, scavi e studi realizzati in siti molto diversi del pianeta.

Incluso nel prezzo anche la versione digitale *

* Le versioni digitali dal n. 1 al 57 sono ottenute da una scansione del Magazine. Potrebbero pertanto presentare delle imperfezioni nella visualizzazione dei testi e delle immagini.

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Il primo viaggio ci condurrà in Mongolia, un luogo molto lontano da noi e dalla nostra cultura. Ma è poi così vero? In effetti da quando, nel 1991, il Centro Studi condusse la sua prima spedizione nel deserto del Gobi alla ricerca di resti di dinosauri, il paese è radicalmente cambiato. Allora il paese usciva dal giogo sovietico e da un “medioevo” culturale durato un tempo infinito, aprendosi per la prima volta al mondo. Ma aprendosi come? Ricordo che alla fine della spedizione, nella capitale Ulaan Bator, Giancarlo Ligabue ed io provammo ad accendere un tv, si trattava di un vecchio “cassone” in legno dall’età  indefinibile. Con nostro stupore ci apparve la serie Tv “Dallas”. Era trasmessa senza sottotitoli o doppiaggio, direttamente in inglese, che solo pochissimi Mongoli in tutta la nazione capivano… La Tv allora trasmetteva programmi e films solo 2-3 giorni alla settimana, per il resto dei giorni sullo schermo appariva solo il segnale “sabbioso”. Ma quei pochi programmi e films avevano un bel impatto.

I rari occidentali in giro, infatti, venivano scambiati per russi e guardati con disprezzo. Per fare capire la propria nazionalità  ogni straniero aveva adottato un sistema particolare. Per noi Italiani scoprimmo che quello migliore era una semplice parola: “Cattani”. Era il cognome del protagonista della serie tv “La Piovra”, il commissario Cattani, interpretato da Michele Placido. Evidentemente lo sceneggiato era stato mandato in onda anche in Mongolia. Bastava pronunciare quel cognome e il volto dei nostri interlocutori si illuminava con un grande sorriso. Mi chiedo ancora cosa avessero capito dell’Italia con quello sceneggiato… E’ un piccolo esempio sui radicali cambiamenti culturali che in questi pochi decenni stanno trasformando il nostro pianeta.
E ‘ un aspetto che scopriremo meglio con il racconto, le considerazioni e le foto di Roberto Ive, che ci spiegherà  cosa sia accaduto in Mongolia in questi vent’anni nel modo di pensare: dalla letteratura, alla musica, dalla pittura al cinema, dalla lingua fino alla religione. Letteralmente, dalle tende di feltro…al piercing!

Naturalmente i nostri viaggi, in questo numero, attraverseranno tante epoche e tanti siti diversi. A volte saranno affascinanti come quello che ci permetterà  di scoprire il vero volto dell’Arabia Felix e delle terre della regina si Saba, nello Yemen. Qui, da tempo, un gruppo di ricercatori italiani continuano a realizzare scoperte di notevole spessore, come ci racconterà  Alessandro de Maigret nel suo articolo. Mario Polia poi ci porterà  dall’altra parte del Globo, sulle Ande meridionali, in Perù, per scoprire una danza rituale dalle origini antiche e molto particolare: la Danza del Diavolo. Una danza sorprendente, ricca di significati, ma anche di prove molto pesanti alle quali sottoporsi.

Straordinaria, a nostro avviso è anche la testimonianza che scoprirete con le parole e le foto del reporter cinese Zeng Nian, sul Fiume Azzurro. Per anni ha fotografato tutto quello che l’acqua della famosa Diga delle tre gole, la più grande del pianeta, ha poi inesorabilmente sommerso: città, luoghi, abitudini, piccole cose quotidiane. Ne è uscito un reportage di altissimo profilo artistico, giornalistico, ma soprattutto umano. Strizzeremo poi un occhio anche su particolari appuntamenti con la cultura nel nostro Paese, come la grande mostra che si è aperta su Giorgione a Castelfranco Veneto sua città  natale, a 500 anni dalla sua morte. E proprio seguendo il richiamo delle date, conosceremo un grande esploratore del passato: 200 anni fa infatti, a Rovigo, nasceva l’esploratore Giovanni Miani.

Dedicò due spedizioni per tentare di scoprire le origini del Nilo, arrivando ad appena tre giorni dalla meta prima di essere tradito dalla scorta. Abbiamo deciso di ripercorrere le sue gesta in modo molto particolare. Gabriele Rossi Osmida, che in passato ha riscoperto il diario di viaggio dell’esploratore consentendo a tutti di conoscere la sua grande impresa, ha ripercorso il viaggio di Miani agli inizi degli anni ottanta, con una missione del Centro Studi Ligabue. Quello che vi proponiamo è il suo racconto “sulle orme di Miani”. Ne emerge un’avventura appassionante e spesso rocambolesca in aree che sono ancora oggi vietate agli occidentali e che fanno rivivere pienamente lo spirito di esplorazione e la sete di scoprire di Giovanni Miani. Le stesse che animano oggi il nostro Centro Studi.

Buon Viaggio!

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