Ligabue Magazine 60
Primo semestre 2012
Anno XXXI
I viaggi che farete in questo numero del Ligabue Magazine, vi porteranno in luoghi molto diversi del pianeta ma anche in secoli e civiltà molto distanti da noi. Si parla di antico Egitto con una scoperta straordinaria realizzata da una spedizione italo americana, che ha svelato finalmente un enigma rimasto a lungo irrisolto: dove si trovava la leggendaria terra di Punt, dove gli antichi Egizi si procuravano incenso, mirra, elettro, oro ed ebano. Citata in numerosi fonti antiche è rimasta da sempre avvolta nel mistero: nessuno ha mai chiarito dove si trovasse. Ora uno scavo lungo le coste del Mar Rosso, ha dato la soluzione.
Incluso nel prezzo anche la versione digitale *
* Le versioni digitali dal n. 1 al 57 sono ottenute da una scansione del Magazine. Potrebbero pertanto presentare delle imperfezioni nella visualizzazione dei testi e delle immagini.
Ce lo racconta Rodolfo Fattovich che ha diretto la spedizione. Il sito scavato era un punto di partenza ed arrivo delle navi egizie verso la Terra di Punt: lo attestano rinvenimenti spettacolari, come rotoli di gomene, ancora intatte dopo 3700 anni, casse usate per le spedizioni, resti di navi assemblate in loco. E dal sito sono emersi i materiali che si importavano dalla Terra di Punt, come ebano africano e ossidiana yemenita, ceramiche proveniente dall’area eritreo-sudanese e dalla costa eritrea ma anche dallo Yemen. E così si è scoperto che la Terra di Punt in realtà era più un’area geografica che una Terra vera e propria e che, a cavallo del Mar Rosso, abbracciasse contemporaneamente sia la costa africana del Mar Rosso sia quella yemenita. Un altro stimolante viaggio ce lo propone Duccio Canestrini che affronta un argomento di grande interesse e un vero nervo scoperto per chi viaggia: quanto c’è di vero nelle realtà dei popoli originari che si incontrano.
I finti popoli primitivi, sia sul campo (come i falsi Vedda che l’autore incontra lungo il suo cammino) che nella letteratura, sono tantissimi. A volte a creare un falso sono stati inconsapevolmente degli studiosi sul posto, come Margaret Mead o, consapevolmente, persino famosi illuministi del settecento che vedevano un modo per criticare la società occidentale nella quale vivevano e la sua morale. Ma in ogni caso, questi falsi selvaggi finiscono poi per rivestire un ruolo inaspettato, quello di aiutarci a capire noi stessi, il nostro modo di vivere e di pensare. Il perché cerchiamo sempre la foto del primitivo in perizoma mentre questo non esiste pi๠o se lo incontrate ha l’orologio a cristalli liquidi al polso e il pick-up accanto alla capanna. Non poteva mancare Venezia, dove ha sede il Centro Studi e Ricerche Ligabue. Il viaggio del nostro Magazine infatti, ci consente di scoprire il simbolo pi๠famoso della città lagunare: la gondola. Nessuno a prima vista se ne accorge ma la gondola è storta, se guardate bene è totalmente assimetrica. Perché? In questo modo consente al gondoliere di stare su di un lato senza rovesciare la barca o finire in acqua. Ma questo è solo uno dei segreti della gondola.
Gianfranco Munerotto ci svela il resto, partendo da una semplice domanda: la gondola, è sempre stata così in passato? Sfogliando le pagine farete un affascinante viaggio nei secoli a bordo di questa imbarcazione unica al mondo. Ed è proprio con un’altra imbarcazione, non meno famosa ma completamente diversa, che la Storia dell’Uomo è cambiata: la Caravella. Esattamente 520 anni fa, Colombo scoprì l’America. Come mai allora non porta il suo nome? Come mai porta quello di Amerigo Vespucci? Chi era Amerigo Vespucci? Di lui sappiamo poco, non è facile ricostruirne la vita. Invece Adriano Favaro compie un piccolo miracolo e ce lo racconta, svelando con un interessantissimo articolo, la figura di questo incredibile personaggio. Amico di Botticelli, introdotto nella famiglia De Medici, abituato ad incontrare anche Michelangelo e Poliziano nelle vie di Firenze dove passeggiava. Andò due volte (o forse quattro) in America. Raccontò le sue scoperte. Pubblicò un breve opuscolo (Mundus Novus) che gli valse una fama immensa, all’origine del nome (il suo) che poi è stato dato al nuovo continente. In effetti era un uomo particolare: i suoi resoconti sono realistici, quasi scientifici al contrario di quelli di Colombo, più idealistici. Non a caso come sottolinea Favaro mentre Colombo è un uomo del Medioevo, Vespucci è un uomo del Rinascimento.
Carlo Barbante e Natalie Kehrwald, ci spiegheranno un altro tipo di scoperta che riguarda al tempo stesso il passato e il nostro futuro: i cambiamenti climatici causati dall’uomo. Non è facile separare i cambiamenti naturali (chiamiamoli i respiri della Natura) da quelli causati dall’uomo, ma è fondamentale riuscire a farlo per poter quantificare l’influenza che ha l’attività dell’uomo sul clima. I due ricercatori ci spiegano in modo semplice il problema e anche l’importanza di un programma cruciale di carotaggi in luoghi particolari del mondo. Dovrà arricchire le nostre conoscenze sull’impatto dell’uomo fin dai tempi della preistoria, quando con la scoperta dell’agricoltura portò ad un imponente processo di deforestazione del pianeta con (forse) già gravi conseguenze sul clima. E l’era industriale era ancora molto lontana. L’ultimo viaggio di questo numero del Ligabue Magazine ha la firma di Federico Kauffmann Doig, che da anni conduce scavi e ricerche sulle Ande scoprendo ogni volta pagine dimenticate della sua storia. In questo articolo ci racconterà la spedizione da lui condotta per studiare i resti di Vilcabamba, la città perduta degli Inca. Una città legata alle gesta di Manco Inca, l’Imperatore Inca messo al trono da Pizarro che poi si ribellò agli spagnoli conducendo una sfortunata resistenza. Sebbene le rovine siano ancora sepolte nella foresta è stato possibile capire molte cose su questo periodo poco noto della storia Incaica come ci racconta il suo autore. Nell’articolo ci spiegherà anche luoghi di culto particolare come una roccia-altare dove la principessa inca si sedeva per urinare e simbolicamente fecondare la terra affinché desse i suoi frutti. Oppure la grotta dove sarebbe stata occultata la mummia di Manco Inca, poi scoperta dagli spagnoli e data alle fiamme. Un’altra pagina poco nota del nostro passato che Kauffman Doig è riuscito a leggere con le sue ricerche e che condivide con noi.
Buon Viaggio!
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